mercoledì 21 ottobre 2009

FAHRENHEIT 451


Alcune analogie tra Reset e Fahrenheit 451, anche se le storie e le dinamiche sono molto diverse, ma la volontà di controllare l’uomo è la stessa. In Fahrenheit 451 il Governo ordina di bruciare i libri per controllare l’uomo attraverso la televisione, con modalità simili a Reset dove ad "educare" la gente è la tecnologia e uno degli incaricati a svolgere questa missione torna sulla sua decisione, come accade ad un misterioso personaggio in Reset.

venerdì 16 ottobre 2009

GIOVANNI RAVELLI FOTOGRAFO DI MEZZANA


In ciascuna delle tre grandi storie delle famiglie vi sono delle "micro-storie". Così nella parte dedicata alla famiglia Ravelli si segue la crescita a Monte San Savino e poi a Mezzana di Giovanni Ravelli, figlio del capofamiglia Romedio, che fu il primo fotografo di Mezzana e probabilmente della val di Sole. S'immagina che apprese la tecnica in Toscana, come probabilmente avvenne perfezionandosi poi in anni e anni di lavoro. Giovanni Ravelli, nato nel 1887, esercitò la professione di panettiere e sposò Viola Pangrazzi, altra protagonista del libro, proprio come si legge in Reset.

Nella foto: Giovanni Ravelli

mercoledì 7 ottobre 2009

ANNO 2020



Cosa accadrebbe se il passato scomparisse del tutto e le persone fossero obbligate a distruggere i loro ricordi? Nel libro nel 2020 accade proprio questo e il Governo decide di dare il via ad un'operazione chiamata Reset per spazzar via il passato delle persone a favore del mercato tecnologico. Guardando indietro l'uomo prova nostalgia ma non il bisogno di comprare, e questo non va bene in una società in cui tutto ormai è tecnologico. L'uomo del 2020 non si rende conto di essere schiavo della tecnologia e dei suoi continui sviluppi e nel frattempo dall'alto continua il controllo sulle vite della gente. Un pò come accadeva per Farenheit 451 con la distruzione dei libri o 1984 di Orwell con la volontà di controllare l'uomo (seppur con dinamiche diverse). Anche in Farenheit si vuole distruggere i libri (qui sono diari, lettere, immagini) a favore della televisione (qui della tecnologia) e anche in questo libro vi è un personaggio che cambia idea sulla sua missione (distruggere i libri) proprio come in Reset.

giovedì 1 ottobre 2009

PRESENTAZIONE DI RESET SU L'ADIGE DEL 29 SETTEMBRE 2009


Manuela Pellanda- Siamo nel 2020. Gli effetti dell'operazione «Reset», attuata dal Governo per eliminare il tarlo della «nostalgia», si abbattono in ogni angolo del Paese, distruggendo ogni immagine del passato. Ma in un paesino della val di Sole tre ragazzi si ribellano a questo stato di cose, si intrufolano furtivamente negli archivi segreti, riappropriandosi, di fatto, della memoria. Forti reminiscenze orwelliane si fondono a sprazzi di storia trentina in «Reset» (Silele Edizioni, 14 euro) , il nuovo romanzo di Lara Zavatteri , collaboratrice de L'Adige. Lara, lo scenario ricorda molto quello di «1984»: un mondo dominato dalla tecnologia e controllato dal potere... «Le analogie sono evidenti: anche nel mio libro la tecnologia ha ormai preso possesso della vita dell'uomo. Il Governo, spinto dalla consapevolezza che la memoria e la nostalgia non spingono l'uomo a «comprare», ha eliminato tutti i documenti, le fotografie e i ricordi del passato». Qualcuno però si ribella. Martina, Alessandro e Daniele, tre ragazzi della Val di Sole, iniziano a setacciare gli archivi per recuperare pezzi di memoria che svaniscono velocemente. Cosa trovano? «Riescono a ricostruire le vicende di tre famiglie di Mezzana, in un arco cronologico compreso tra gli anni Ottanta dell'Ottocento e il 1919. La prima (i Ravelli) si trova costretta ad abbandonare il paese emigrando a Monte San Savino (Arezzo) per fare poi ritorno in seguito, la seconda (i Pangrazzi), attraversata da momenti difficili, come il trasferimento all'Istituto per sordi di una componente e l'emigrazione verso il Sudamerica, subisce le conseguenze dell'incendio che devastò il paese nel 1904, la terza famiglia (i Pedergnana) vive invece l'esperienza della Prima guerra mondiale». Esperienze in cui molti trentini possono rispecchiarsi... «Ognuno può trovare qualcosa dei propri avi: la realtà dell'emigrazione, la tragedia della guerra sono esperienze comuni. La ricostruzione delle vicende è assolutamente fedele: le tre famiglie raccontate appartengono al mio albero genealogico». Un libro tra il passato e il futuro, ma soprattutto sull'importanza del recupero della memoria. Qual è il tuo augurio? «Mi auguro che questo libro faccia riflettere i lettori sul fatto che la memoria sia un valore da salvaguardare, così come l'«umanizzazione» della vita a discapito del progresso che annienta e annulla. Non sono contraria alla tecnologia, anzi. Ma credo che in particolare i giovani - categoria della quale faccio parte - siano troppo legati ad essa, trascurino i rapporti umani e ignorino completamente il loro passato. Una volta ci si interessava di più alle vicende dei propri nonni, dei propri bisnonni, ora invece troppo spesso si guarda soltanto all'oggi».


29/09/2009